Il ritorno delle “porte che volano”, le aquile islandesi
Avete mai visto in cielo delle “porte che volano”? Se siete in Islanda non stupitevi per questa domanda e rallegratevi con il vostro simpatico interlocutore. Sì, le “porte che volano” si vedono e questa è una buona notizia. Anzi, mai così tante come negli ultimi 100 anni. Stiamo parlando dell’aquila islandese meglio conosciuta come “aquila dalla coda bianca”, “aquila di mare” o, nella versione ufficiale, haliaeetus albicilla. I pescatori islandesi la chiamano “porta che vola” per l’apertura alare di oltre 2 metri. Animale protagonista di mille storie e leggende del Grande Nord in Europa e anche in Asia, il predatore alato per eccellenza con il quale non è il caso di mettersi in competizione con amo e lenza.
La si credeva estinta, ma l’aquila islandese è tornata grazie ai cambiamenti climatici. La ritirata graduale dei ghiacciai lascia spazi erbosi dove l’animale può cacciare e trovare il cibo con il quale nutrirsi. Inoltre i freddi islandesi hanno mostrato un calore incredibile nel proteggere le valli e la fauna per non portare l’aquila dalla coda bianca all’estinzione. E hanno vinto la loro battaglia, che è una sfida all’estinzione di molte specie animali a causa del surriscaldamento globale.
Così ci sono 51 nidi di haliaeetus albicilla e 71 coppie di uccelli che hanno sfornato pulcini in primavera. Solo 20 anni fa la credevano estinta in Islanda. Le “porte che volano” non facevano più parte dell’arredamento e dell’immaginario locale. Si pensava avesse fatto la fine del Dodo sempre su un’isola — quella di Mauritius — estinto per il cambiamento del suo habitat da parte dei coloni portoghesi e olandesi nel 1700.
Anche in Islanda l’aquila ha dovuto lottare con i pastori, che le davano la caccia perché si procurava la cena scegliendo gli agnelli sui pascoli. Anche loro hanno capito che le “porte che volano” sono un tesoro da difendere e hanno cambiato idea. Per questo motivo è utile alzare gli occhi al cielo quando si attraversano le terre islandesi alla ricerca di ghiacciai e vulcani. L’emozione di vedere un’aquila volare a pochi metri di distanza toglie il fiato ed è il miglior souvenir da portare a casa.
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Il ritorno delle “porte che volano”, le aquile islandesi
Avete mai visto in cielo delle “porte che volano”? Se siete in Islanda non stupitevi per questa domanda e rallegratevi con il vostro simpatico interlocutore. Sì, le “porte che volano” si vedono e questa è una buona notizia. Anzi, mai così tante come negli ultimi 100 anni. Stiamo parlando dell’aquila islandese meglio conosciuta come “aquila dalla coda bianca”, “aquila di mare” o, nella versione ufficiale, haliaeetus albicilla. I pescatori islandesi la chiamano “porta che vola” per l’apertura alare di oltre 2 metri. Animale protagonista di mille storie e leggende del Grande Nord in Europa e anche in Asia, il predatore alato per eccellenza con il quale non è il caso di mettersi in competizione con amo e lenza.
La si credeva estinta, ma l’aquila islandese è tornata grazie ai cambiamenti climatici. La ritirata graduale dei ghiacciai lascia spazi erbosi dove l’animale può cacciare e trovare il cibo con il quale nutrirsi. Inoltre i freddi islandesi hanno mostrato un calore incredibile nel proteggere le valli e la fauna per non portare l’aquila dalla coda bianca all’estinzione. E hanno vinto la loro battaglia, che è una sfida all’estinzione di molte specie animali a causa del surriscaldamento globale.
Così ci sono 51 nidi di haliaeetus albicilla e 71 coppie di uccelli che hanno sfornato pulcini in primavera. Solo 20 anni fa la credevano estinta in Islanda. Le “porte che volano” non facevano più parte dell’arredamento e dell’immaginario locale. Si pensava avesse fatto la fine del Dodo sempre su un’isola — quella di Mauritius — estinto per il cambiamento del suo habitat da parte dei coloni portoghesi e olandesi nel 1700.
Anche in Islanda l’aquila ha dovuto lottare con i pastori, che le davano la caccia perché si procurava la cena scegliendo gli agnelli sui pascoli. Anche loro hanno capito che le “porte che volano” sono un tesoro da difendere e hanno cambiato idea. Per questo motivo è utile alzare gli occhi al cielo quando si attraversano le terre islandesi alla ricerca di ghiacciai e vulcani. L’emozione di vedere un’aquila volare a pochi metri di distanza toglie il fiato ed è il miglior souvenir da portare a casa.