Norvegia, il perché del boom del trasporto ecologico
Delle circa 58mila automobili elettriche vendute in Europa nel corso del 2014, quasi la metà, cioè 28mila, sono state commercializzate in appena sette dei 24 paesi del Vecchio Continente: Norvegia (quasi un terzo totale, 18.090), Paesi Bassi (2.982), Svizzera (1.659), Danimarca (1.612), Svezia (1.239), Austria (1.2819) e Belgio (1.164). Numeri stellari se paragonati alle vendite di auto elettriche in Italia: appena 590 unità nel 2013, pari all’1,44% delle intere vendite d’auto.
In Norvegia, nel 2014, la quota di mercato delle auto elettriche ha raggiunto il 12,5%. Come mai questo boom? Il Paese scandinavo ha poco più di 5 milioni di abitanti ed è il principale produttore di petrolio dell’Europa occidentale nonché nella top 5 dell’export mondiale di greggio, che vale un quarto del Pil. Negli ultimi 20 anni ha però costruito una rete elettrica nazionale che oggi permette un approvvigionamento fino al 90% da fonti rinnovabili: idroelettrico, eolico e fotovoltaico. Per questo ricaricare un auto ha un costo accettabile e inferiore al carburante.
Ma la Norvegia investe sulla mobilità a “zero emissioni”: chi opta per un’auto elettrica beneficia di una serie di agevolazioni non solo al momento dell’acquisto, ma anche nel suo impiego: l’esenzione dai pedaggi, il rifornimento di energia gratuita presso le colonnine pubbliche e la possibilità di viaggiare sulle corsie preferenziali. La Norvegia ha dunque una politica di incentivazione dell’auto elettrica che non ha uguali nel mondo, ma forse non è corretto parlare di incentivi: meglio dire “forti agevolazioni”. Soprattutto si parla di forte tassazione per le auto a benzina e diesel nonostante il petrolio non manchi dalle parti dei fiordi.
Ma la vocazione “green” della Norvegia vede il suo apice nella capitale Oslo che entro il 2019 bandirà le auto dal centro storico. Secondo le autorità locali sarà la prima in Europa ad attuare un simile provvedimento nel più ampio progetto di dimezzare in cinque anni le emissioni di Co2 rispetto al livello del 1990 e di ridurle del 95% entro il 2030.
Il piano prevede per il 2019 la realizzazione di almeno 60 chilometri di piste ciclabili, incentivi all’acquisto di biciclette elettriche e un massiccio investimento nel trasporto pubblico. Oslo ha circa 600mila abitanti e 350mila auto in circolazione; nell’area interna alla circonvallazione lavorano quasi 90mila persone, ma i residenti sono poco più di mille.
Il prossimo passggio sarà ancora più rivoluzionario, perché il governo norvegese vuole creare una flotta di navi elettriche per poter navigare in tutta sostenibilità i numerosi e caratteristici fiordi lungo le coste. Le navi emettono enormi quantità di anidride carbonica nell’atmosfera: una nave container è responsabile di un inquinamento atmosferico pari a quello di 50 milioni di auto.
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Norvegia, il perché del boom del trasporto ecologico
Delle circa 58mila automobili elettriche vendute in Europa nel corso del 2014, quasi la metà, cioè 28mila, sono state commercializzate in appena sette dei 24 paesi del Vecchio Continente: Norvegia (quasi un terzo totale, 18.090), Paesi Bassi (2.982), Svizzera (1.659), Danimarca (1.612), Svezia (1.239), Austria (1.2819) e Belgio (1.164). Numeri stellari se paragonati alle vendite di auto elettriche in Italia: appena 590 unità nel 2013, pari all’1,44% delle intere vendite d’auto.
In Norvegia, nel 2014, la quota di mercato delle auto elettriche ha raggiunto il 12,5%. Come mai questo boom? Il Paese scandinavo ha poco più di 5 milioni di abitanti ed è il principale produttore di petrolio dell’Europa occidentale nonché nella top 5 dell’export mondiale di greggio, che vale un quarto del Pil. Negli ultimi 20 anni ha però costruito una rete elettrica nazionale che oggi permette un approvvigionamento fino al 90% da fonti rinnovabili: idroelettrico, eolico e fotovoltaico. Per questo ricaricare un auto ha un costo accettabile e inferiore al carburante.
Ma la Norvegia investe sulla mobilità a “zero emissioni”: chi opta per un’auto elettrica beneficia di una serie di agevolazioni non solo al momento dell’acquisto, ma anche nel suo impiego: l’esenzione dai pedaggi, il rifornimento di energia gratuita presso le colonnine pubbliche e la possibilità di viaggiare sulle corsie preferenziali. La Norvegia ha dunque una politica di incentivazione dell’auto elettrica che non ha uguali nel mondo, ma forse non è corretto parlare di incentivi: meglio dire “forti agevolazioni”. Soprattutto si parla di forte tassazione per le auto a benzina e diesel nonostante il petrolio non manchi dalle parti dei fiordi.
Ma la vocazione “green” della Norvegia vede il suo apice nella capitale Oslo che entro il 2019 bandirà le auto dal centro storico. Secondo le autorità locali sarà la prima in Europa ad attuare un simile provvedimento nel più ampio progetto di dimezzare in cinque anni le emissioni di Co2 rispetto al livello del 1990 e di ridurle del 95% entro il 2030.
Il piano prevede per il 2019 la realizzazione di almeno 60 chilometri di piste ciclabili, incentivi all’acquisto di biciclette elettriche e un massiccio investimento nel trasporto pubblico. Oslo ha circa 600mila abitanti e 350mila auto in circolazione; nell’area interna alla circonvallazione lavorano quasi 90mila persone, ma i residenti sono poco più di mille.
Il prossimo passggio sarà ancora più rivoluzionario, perché il governo norvegese vuole creare una flotta di navi elettriche per poter navigare in tutta sostenibilità i numerosi e caratteristici fiordi lungo le coste. Le navi emettono enormi quantità di anidride carbonica nell’atmosfera: una nave container è responsabile di un inquinamento atmosferico pari a quello di 50 milioni di auto.