Popolazione dei Sami
Tappa nella città di Kirkenes: siamo nel Nord della Norvegia nella “landa senza confini” della popolazione dei Sami. Siamo poco distanti da confine russo e dal confine finlandese con il mare di Barents a fare da barriera naturale. Siamo soprattutto al capolinea settentrionale delle navi da crociera Hurtigruten, i traghetti veloci dei fiordi norvegesi. Ancora oggi la comunità russa è la più numerosa che vive in Norvegia e così la città è l’unica che prevede i cartelli con le indicazioni stradali in due lingue: norvegese e russo.
Ma prima ancora queste erano terre erano della popolazione dei Sami, gli indigeni della Lapponia che vivevano con le renne spostandosi nella tundra che oggi risulta divisa dai confini di Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia. Le prime notizia che riguarda i Sami è del 551 dopo Cristo nella Storia delle guerre di Procopio di Cesarea. Erano principalmente allevatori di renne, pescatori e cacciatori nomadi, abitavano in capanne coniche trasportabili chiamatekota, o in tende chiamate lavvu. Il loro modo di vivere nomade è finito negli Anni 50 del secolo scorso.
I governi dei Paesi scandinavi hanno messo fine alla vita “on the road” della popolazione dei Sami costringendoli in villaggi e, di fatto, distruggendo secoli di cultura di questo popolo. Il museo Grenseland di Kirkenes dedica la maggior parte della sua collezione proprio alle tradizioni, la storia e la cultura dei Sami. Vale la pena visitarlo per venire in contatto con un popolo affascinante tanto quanto i pellerossa nativi americani.
Da non perdere la sezione dedicata a un artista come John Savio (1902-1938), che era originario proprio di questa regione norvegese. Potremmo paragonarlo a un pittore naif: Savio era un autodidatta che amava disegnare con un tratto semplice e tormentato le scene di vita quotidiane. Le suo opere sono soprattutto disegni in bianco e nero o incisioni su legno. I soggetti sono i pastori e le renne, i pescatori e i cacciatori. Era solito vendere la sua arte porta a porta nel paese di Kirkenes, che ricambiava il suo talento. John Savio è morto a soli 36 anni a causa della tubercolosi, ma è un grande dell’arte norvegese oltre che della popolazione dei Sami ed è sepolto a Oslo. Per questo motivo merita una visita il museo Grenseland di Kirkenes prima di imbarcarsi nuovamente sull’Hurtigruten e tornare a casa.
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Popolazione dei Sami
Tappa nella città di Kirkenes: siamo nel Nord della Norvegia nella “landa senza confini” della popolazione dei Sami. Siamo poco distanti da confine russo e dal confine finlandese con il mare di Barents a fare da barriera naturale. Siamo soprattutto al capolinea settentrionale delle navi da crociera Hurtigruten, i traghetti veloci dei fiordi norvegesi. Ancora oggi la comunità russa è la più numerosa che vive in Norvegia e così la città è l’unica che prevede i cartelli con le indicazioni stradali in due lingue: norvegese e russo.
Ma prima ancora queste erano terre erano della popolazione dei Sami, gli indigeni della Lapponia che vivevano con le renne spostandosi nella tundra che oggi risulta divisa dai confini di Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia. Le prime notizia che riguarda i Sami è del 551 dopo Cristo nella Storia delle guerre di Procopio di Cesarea. Erano principalmente allevatori di renne, pescatori e cacciatori nomadi, abitavano in capanne coniche trasportabili chiamatekota, o in tende chiamate lavvu. Il loro modo di vivere nomade è finito negli Anni 50 del secolo scorso.
I governi dei Paesi scandinavi hanno messo fine alla vita “on the road” della popolazione dei Sami costringendoli in villaggi e, di fatto, distruggendo secoli di cultura di questo popolo. Il museo Grenseland di Kirkenes dedica la maggior parte della sua collezione proprio alle tradizioni, la storia e la cultura dei Sami. Vale la pena visitarlo per venire in contatto con un popolo affascinante tanto quanto i pellerossa nativi americani.
Da non perdere la sezione dedicata a un artista come John Savio (1902-1938), che era originario proprio di questa regione norvegese. Potremmo paragonarlo a un pittore naif: Savio era un autodidatta che amava disegnare con un tratto semplice e tormentato le scene di vita quotidiane. Le suo opere sono soprattutto disegni in bianco e nero o incisioni su legno. I soggetti sono i pastori e le renne, i pescatori e i cacciatori. Era solito vendere la sua arte porta a porta nel paese di Kirkenes, che ricambiava il suo talento. John Savio è morto a soli 36 anni a causa della tubercolosi, ma è un grande dell’arte norvegese oltre che della popolazione dei Sami ed è sepolto a Oslo. Per questo motivo merita una visita il museo Grenseland di Kirkenes prima di imbarcarsi nuovamente sull’Hurtigruten e tornare a casa.