Porto e dintorni
La città di Porto, seconda del Portogallo dopo Lisbona, è il capoluogo della regione del Douro, che prende il nome dal fiume e dalla sua valle. Viene definita dai suoi abitanti come “la capitale del Nord” in eterna competizione con quella ufficiale. Da queste parti Lisbona è vista come la pigra città dei funzionari mentre Porto, al contrario, è un centro di produzione e manifattura. La città è una meta affascinante da scoprire girovagando a piedi per il quartiere della Ribeira, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unisco, o attraversando uno dei sei ponti: il più famoso è il Dom Luis I, in ferro a due piani, il secondo con zona riservata ai pedoni che permette di avere una visuale sul fiume e le due parti della città da un’altezza vertiginosa.
Porto è anche il punto di partenza o arrivo ideale per andare in esplorazione della valle del fiume Douro: una delle mete più frequentate da chi ama andare in vacanza in Portogallo. La navigazione è tranquilla e sicura grazie alla costruzione di cinque dighe. Attraverso le gole e i panorami mozzafiato si arriva fino al cuore della regione vinicola del porto, il famoso vino liquoroso.
Si tratta del prodotto più esportato del Portogallo: il “vinho do Porto”. Obbligatorio che le uve siano della valle del Douro. La fermentazione del vino viene fermata grazie all’aggiunta di acquavite. Poi un riposo in botti in legno. La tradizione fa risalire al 1678 “l’invenzione” del porto da parte degli inglesi che volevano far si che il prodotto non si alterasse durante il viaggio in nave tra il Portogallo e la Gran Bretagna. Un vero e proprio must che resiste fino a giorni nostri.
Importante conoscere le varietà del porto: da ruby al red, al tawny fino al late bottled vintage. Per chi vuole spendere (ma davvero tanti soldi) il porto vintage è l’oggetto del desiderio: ottenuto dalle uve di una singola annata (altrimenti sono dei blend), invecchiato in botte per due anni e poi ancora affinato in bottiglia per almeno altri 50. Ma le annate migliori (e più costose) arrivano ad avere anche un secolo: cioè 100 anni! Meglio acquistare una bottiglia di porto vintage in una cantina. Se non si intende tenerla come reliquia è meglio che gustarla in loco, perché servono strumenti speciali per aprire la bottiglia.
Poco conosciuto fuori dal Portogallo è il porto bianco disponibile nelle versioni dolce, semi-secco e secco: si beve come aperitivo, spesso freddo, servito con una fetta di limone. Per chi risale in nave la valle del Douro c’è una curiosità: dal 1986 è in vigore una legge che permette di lasciare nelle botti a invecchiare il porto anche nell’alta valle e lontano dalla città di Porto e dalle sue storiche cantine. Basta trovare una “quinta”, cioè un podere, che offre assaggi e bottiglie in vendita per provare le differenze di qualità direttamente nella zona di produzione delle uve.
Home > Porto e dintorni
Porto e dintorni
La città di Porto, seconda del Portogallo dopo Lisbona, è il capoluogo della regione del Douro, che prende il nome dal fiume e dalla sua valle. Viene definita dai suoi abitanti come “la capitale del Nord” in eterna competizione con quella ufficiale. Da queste parti Lisbona è vista come la pigra città dei funzionari mentre Porto, al contrario, è un centro di produzione e manifattura. La città è una meta affascinante da scoprire girovagando a piedi per il quartiere della Ribeira, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unisco, o attraversando uno dei sei ponti: il più famoso è il Dom Luis I, in ferro a due piani, il secondo con zona riservata ai pedoni che permette di avere una visuale sul fiume e le due parti della città da un’altezza vertiginosa.
Porto è anche il punto di partenza o arrivo ideale per andare in esplorazione della valle del fiume Douro: una delle mete più frequentate da chi ama andare in vacanza in Portogallo. La navigazione è tranquilla e sicura grazie alla costruzione di cinque dighe. Attraverso le gole e i panorami mozzafiato si arriva fino al cuore della regione vinicola del porto, il famoso vino liquoroso.
Si tratta del prodotto più esportato del Portogallo: il “vinho do Porto”. Obbligatorio che le uve siano della valle del Douro. La fermentazione del vino viene fermata grazie all’aggiunta di acquavite. Poi un riposo in botti in legno. La tradizione fa risalire al 1678 “l’invenzione” del porto da parte degli inglesi che volevano far si che il prodotto non si alterasse durante il viaggio in nave tra il Portogallo e la Gran Bretagna. Un vero e proprio must che resiste fino a giorni nostri.
Importante conoscere le varietà del porto: da ruby al red, al tawny fino al late bottled vintage. Per chi vuole spendere (ma davvero tanti soldi) il porto vintage è l’oggetto del desiderio: ottenuto dalle uve di una singola annata (altrimenti sono dei blend), invecchiato in botte per due anni e poi ancora affinato in bottiglia per almeno altri 50. Ma le annate migliori (e più costose) arrivano ad avere anche un secolo: cioè 100 anni! Meglio acquistare una bottiglia di porto vintage in una cantina. Se non si intende tenerla come reliquia è meglio che gustarla in loco, perché servono strumenti speciali per aprire la bottiglia.
Poco conosciuto fuori dal Portogallo è il porto bianco disponibile nelle versioni dolce, semi-secco e secco: si beve come aperitivo, spesso freddo, servito con una fetta di limone. Per chi risale in nave la valle del Douro c’è una curiosità: dal 1986 è in vigore una legge che permette di lasciare nelle botti a invecchiare il porto anche nell’alta valle e lontano dalla città di Porto e dalle sue storiche cantine. Basta trovare una “quinta”, cioè un podere, che offre assaggi e bottiglie in vendita per provare le differenze di qualità direttamente nella zona di produzione delle uve.