Cascate in Islanda
Le cascate in Islanda sono una delle bellezze naturali sulla check list dei turisti insieme a vulcani, laghi, ghiacciai e cascate quando programmano un viaggio tra i paesaggi d’Islanda. Due meritano in particolare una tappa: Goðafoss e Gullfoss. Come si intuisce dalla grafia il termine “foss” definisce proprio la cascata. Semplice non sbagliarsi: come “jökull” significa ghiacciaio e “fjall” è il vulcano.
Tra le due cascate in Islanda più famose iniziamo da l tra il lago Myvatn e Akureyri, nel Nord dell’isola. Il nome significa “cascata degli dei” e si ricollega a racconti della tradizione popolare: intorno all’anno Mille il sacerdote Þorgeir Ljósvetningagoði introdusse il cristianesimo come religione ufficiale in Islanda e gettò le statue degli déi nordici nelle acque presso la cascata di Goðafoss. Una vetrata della cattedrale di Akureyri ricorda questo episodio citato anche nell’opera di Ari Þorgilsson “Íslendingabók”. Il salto di acqua del fiume Skjálfandafljót ricorda le famose cascate del Niagara in Canada, anche se è alto solo 22 metri. Ancora oggi nei pressi della cascata si riuniscono gruppi, il giorno del Solstizio d’estate, per celebrare la festa della luce ed eseguono il rito contrario a quello del sacerdote riportando sulla terra ferma delle statue pagane.
Quella di Gullfoss (cascata d’oro) è invece “la regina di tutte le cascate in Islanda” per la teatralità dello scenario e la bellezza del doppio salto di acqua del fiume Hvítá: il primo di 11 metri e il secondo di 21. Quello che rende inoltre unico lo spettacolo è l’inclinazione di 45 gradi delle cascate che poi proseguono in una stretta e profonda valle. Ci sono molti sentieri, tutti in sicurezza, che permettono di gustare il gioco dell’acqua.
C’è una storia vera legata alla cascata di Gullfoss: agli inizi del secolo scorso una società inglese voleva comprarla per costruire una diga e relativa centrale idroelettrica. La signora Sigríður Tómasdóttir, contadina della fattoria Brattholt, alla quale apparteneva la cascata, si oppose grazie anche all’aiuto del giovane avvocato Sveinn Björnsson, poi primo presidente della repubblica islandese. Dopo aver minacciato di lanciarsi nella cascata, Sigríður riesce nella sua impresa e la diga non viene costruita nonostante il governo abbia deciso lo stesso di assegnare il lotto di terreno alla società inglese. Ancora oggi è possibile ricordare questa vicenda grazie al monumento eretto in ricordo della contadina.
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Cascate in Islanda
Le cascate in Islanda sono una delle bellezze naturali sulla check list dei turisti insieme a vulcani, laghi, ghiacciai e cascate quando programmano un viaggio tra i paesaggi d’Islanda. Due meritano in particolare una tappa: Goðafoss e Gullfoss. Come si intuisce dalla grafia il termine “foss” definisce proprio la cascata. Semplice non sbagliarsi: come “jökull” significa ghiacciaio e “fjall” è il vulcano.
Tra le due cascate in Islanda più famose iniziamo da l tra il lago Myvatn e Akureyri, nel Nord dell’isola. Il nome significa “cascata degli dei” e si ricollega a racconti della tradizione popolare: intorno all’anno Mille il sacerdote Þorgeir Ljósvetningagoði introdusse il cristianesimo come religione ufficiale in Islanda e gettò le statue degli déi nordici nelle acque presso la cascata di Goðafoss. Una vetrata della cattedrale di Akureyri ricorda questo episodio citato anche nell’opera di Ari Þorgilsson “Íslendingabók”. Il salto di acqua del fiume Skjálfandafljót ricorda le famose cascate del Niagara in Canada, anche se è alto solo 22 metri. Ancora oggi nei pressi della cascata si riuniscono gruppi, il giorno del Solstizio d’estate, per celebrare la festa della luce ed eseguono il rito contrario a quello del sacerdote riportando sulla terra ferma delle statue pagane.
Quella di Gullfoss (cascata d’oro) è invece “la regina di tutte le cascate in Islanda” per la teatralità dello scenario e la bellezza del doppio salto di acqua del fiume Hvítá: il primo di 11 metri e il secondo di 21. Quello che rende inoltre unico lo spettacolo è l’inclinazione di 45 gradi delle cascate che poi proseguono in una stretta e profonda valle. Ci sono molti sentieri, tutti in sicurezza, che permettono di gustare il gioco dell’acqua.
C’è una storia vera legata alla cascata di Gullfoss: agli inizi del secolo scorso una società inglese voleva comprarla per costruire una diga e relativa centrale idroelettrica. La signora Sigríður Tómasdóttir, contadina della fattoria Brattholt, alla quale apparteneva la cascata, si oppose grazie anche all’aiuto del giovane avvocato Sveinn Björnsson, poi primo presidente della repubblica islandese. Dopo aver minacciato di lanciarsi nella cascata, Sigríður riesce nella sua impresa e la diga non viene costruita nonostante il governo abbia deciso lo stesso di assegnare il lotto di terreno alla società inglese. Ancora oggi è possibile ricordare questa vicenda grazie al monumento eretto in ricordo della contadina.