Viaggio a Goritzy
Il monastero di San Cirillo del Lago Bianco, a pochi minuti di strada dalla città di Goritzy, è una delle più grandi fortezze che ospitavano monaci e costruito nel 1397. È stato il centro nevralgico per secoli della religione cristiana ortodossa tra i confini del Granducato di Mosca e successive evoluzioni politiche. Come in molte leggende il monaco Cirillo, eremita sulla vicina montagna di Maura, ebbe in sogno un segno divino: quello di costruire il monastero presso il Lago Bianco.
Un luogo inizialmente spartano e dedicato alla Resurrezione: una capanna di legno per i monaci e una chiesetta anche lei costruita con il legno. Non stupisce: molte delle case e fattorie che sorgono lungo il Volga, nel cosiddetto Anello d’Oro intorno a Mosca, sono ancora costruite con legname della zona.
Il monastero nei pressi di Goritzy è stato nei secoli ampliato e diventato anche un importante snodo tra Mosca e San Pietroburgo per quanto riguarda l’arte e la cultura. Ancora oggi è famoso per la sua impressionante collezione di icone religiose: circa 1500 pezzi unici, alcuni tra i più antichi della Russia.
Perché visitare questo museo? Non si tratta solo di un momento dedicato alla religione, ma una viaggio nella storia dell’arte russa. Intorno al X secolo, con l’adozione del cristianesimo, in Russia si adottarono anche i modelli della cultura bizantina adattandoli alla tradizione artistica locale. Infatti le caratteristiche della pittura sacra russa sono l’incantevole bellezza, il profondo significato delle immagini e l’intensa energia spirituale che emanano le icone.
Il periodo di massimo splendore tra il XIV e il XV secolo. Siamo agli sgoccioli dell’impero di Bisanzio. Le immagini più riprodotte sono due: la Bogomater o Bogoròditsa (Madre di Dio), che il popolo venera come Regina dei cieli e protettrice delle terre russe; San Nicola, vescovo di Myra, protettore dei dolenti e dei viaggiatori. Attenzione a un particolare: le dita unite dei santi riprodotti nelle icone, che mettono sull’avviso ed esigono l’abbandono di ogni malcostume, lusso e sperpero nella vita quotidiana.
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Viaggio a Goritzy
Il monastero di San Cirillo del Lago Bianco, a pochi minuti di strada dalla città di Goritzy, è una delle più grandi fortezze che ospitavano monaci e costruito nel 1397. È stato il centro nevralgico per secoli della religione cristiana ortodossa tra i confini del Granducato di Mosca e successive evoluzioni politiche. Come in molte leggende il monaco Cirillo, eremita sulla vicina montagna di Maura, ebbe in sogno un segno divino: quello di costruire il monastero presso il Lago Bianco.
Un luogo inizialmente spartano e dedicato alla Resurrezione: una capanna di legno per i monaci e una chiesetta anche lei costruita con il legno. Non stupisce: molte delle case e fattorie che sorgono lungo il Volga, nel cosiddetto Anello d’Oro intorno a Mosca, sono ancora costruite con legname della zona.
Il monastero nei pressi di Goritzy è stato nei secoli ampliato e diventato anche un importante snodo tra Mosca e San Pietroburgo per quanto riguarda l’arte e la cultura. Ancora oggi è famoso per la sua impressionante collezione di icone religiose: circa 1500 pezzi unici, alcuni tra i più antichi della Russia.
Perché visitare questo museo? Non si tratta solo di un momento dedicato alla religione, ma una viaggio nella storia dell’arte russa. Intorno al X secolo, con l’adozione del cristianesimo, in Russia si adottarono anche i modelli della cultura bizantina adattandoli alla tradizione artistica locale. Infatti le caratteristiche della pittura sacra russa sono l’incantevole bellezza, il profondo significato delle immagini e l’intensa energia spirituale che emanano le icone.
Il periodo di massimo splendore tra il XIV e il XV secolo. Siamo agli sgoccioli dell’impero di Bisanzio. Le immagini più riprodotte sono due: la Bogomater o Bogoròditsa (Madre di Dio), che il popolo venera come Regina dei cieli e protettrice delle terre russe; San Nicola, vescovo di Myra, protettore dei dolenti e dei viaggiatori. Attenzione a un particolare: le dita unite dei santi riprodotti nelle icone, che mettono sull’avviso ed esigono l’abbandono di ogni malcostume, lusso e sperpero nella vita quotidiana.