Van Gogh, il “giallo” dei girasoli
Il tipico giallo Van Gogh ha impressionato ed emozionato intere generazioni. Il giallo per il pittore olandese era come il blu per Kandinskij o l’oro per Klimt: un colore vitale, una cifra stilistica, un simbolo della sua arte. Ma quel giallo è a rischio. Lo hanno scoperto due diverse equipe di scienziati negli ultimi dieci anni.
A essere analizzati sono due stati due famosi quadri del pittore conservati al museo Van Gogh ad Amsterdam: Le sponde della Senna e I girasoli. Hanno un problema che riguarda proprio il loro punto di forza: quel brillante giallo cromo. Gli scienziati hanno analizzato campioni di pittura usati da Vincent Van Gogh nel 1889 per dipingere i famosi girasoli.
A risultare chimicamente instabile è il colore a olio cosiddetto “giallo cromo”, quanto mai amato dagli artisti della metà dell’800 come Paul Cézanne e Paul Gauguin. Ma il tempo e l’esposizione alla luce artificiale rovina il colore e lo scurisce. In altre parole “appassisce” i famosi girasoli del maestro olandese.
A provocare questa trasformazione chimica sono i sistemi di illuminazione Led, considerati fino ad oggi ultra-sicuri dai musei di tutto il mondo. Ad Amsterdam, al museo Van Gogh, hanno avuto modo di studiare che non è così. Il pigmento giallo luminoso dopo un’esposizione alle luci al Led cambia in uno spento marrone-verde olivastro. Colpa della reazione chimica innestata dalla luce alla componente di solfati del colore “giallo cromo”.
“In occasione dei 125 anni dalla scomparsa dell’artista, morto nel 1890, abbiamo proposto una rilettura dell’opera di Van Gogh alla luce degli studi che recentemente hanno riguardato alcuni tra i dipinti più significativi della sua produzione, fornendo anche nuove indicazioni per la conservazione”, spiega Lucia Toniolo, presidente del Centro Beni Culturali del Politecnico di Milano presentati lo scorso settembre.
“Gran parte dei cambiamenti dei colori sono dovuti all’azione della luce sulla materia pittorica, in particolare sulla componente organica, con un effetto di scoloramento. Pensiamo che si tratti di un colore a base di zinco. Alla fine dell’800 si stava passando dai colori artigianali a quelli industriali. Questi nuovi pigmenti avevano molte impurità che hanno influenza sula luminescenza”, ha concluso Lucia Toniolo. Il consiglio è di andare ad ammirare i mitici girasoli al museo Van Gogh prima che i colori vengano alterati definitivamente dal tempo.
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Van Gogh, il “giallo” dei girasoli
Il tipico giallo Van Gogh ha impressionato ed emozionato intere generazioni. Il giallo per il pittore olandese era come il blu per Kandinskij o l’oro per Klimt: un colore vitale, una cifra stilistica, un simbolo della sua arte. Ma quel giallo è a rischio. Lo hanno scoperto due diverse equipe di scienziati negli ultimi dieci anni.
A essere analizzati sono due stati due famosi quadri del pittore conservati al museo Van Gogh ad Amsterdam: Le sponde della Senna e I girasoli. Hanno un problema che riguarda proprio il loro punto di forza: quel brillante giallo cromo. Gli scienziati hanno analizzato campioni di pittura usati da Vincent Van Gogh nel 1889 per dipingere i famosi girasoli.
A risultare chimicamente instabile è il colore a olio cosiddetto “giallo cromo”, quanto mai amato dagli artisti della metà dell’800 come Paul Cézanne e Paul Gauguin. Ma il tempo e l’esposizione alla luce artificiale rovina il colore e lo scurisce. In altre parole “appassisce” i famosi girasoli del maestro olandese.
A provocare questa trasformazione chimica sono i sistemi di illuminazione Led, considerati fino ad oggi ultra-sicuri dai musei di tutto il mondo. Ad Amsterdam, al museo Van Gogh, hanno avuto modo di studiare che non è così. Il pigmento giallo luminoso dopo un’esposizione alle luci al Led cambia in uno spento marrone-verde olivastro. Colpa della reazione chimica innestata dalla luce alla componente di solfati del colore “giallo cromo”.
“In occasione dei 125 anni dalla scomparsa dell’artista, morto nel 1890, abbiamo proposto una rilettura dell’opera di Van Gogh alla luce degli studi che recentemente hanno riguardato alcuni tra i dipinti più significativi della sua produzione, fornendo anche nuove indicazioni per la conservazione”, spiega Lucia Toniolo, presidente del Centro Beni Culturali del Politecnico di Milano presentati lo scorso settembre.
“Gran parte dei cambiamenti dei colori sono dovuti all’azione della luce sulla materia pittorica, in particolare sulla componente organica, con un effetto di scoloramento. Pensiamo che si tratti di un colore a base di zinco. Alla fine dell’800 si stava passando dai colori artigianali a quelli industriali. Questi nuovi pigmenti avevano molte impurità che hanno influenza sula luminescenza”, ha concluso Lucia Toniolo. Il consiglio è di andare ad ammirare i mitici girasoli al museo Van Gogh prima che i colori vengano alterati definitivamente dal tempo.